Sergej Dovlatov in ufficio del giornale The New American.
: archivio1) In Unione Sovietica le opere di Sergej Dovlatov non venivano stampate perché gli editori non volevano pubblicare la bruciante verità sull’Unione Sovietica descritta nei suoi racconti. Soprattutto dopo la raccolta "Zona" in cui lo scrittore raccontava la vita quotidiana delle guardie e dei detenuti nei lager, le sue opere smisero di essere pubblicate e circolarono per lungo tempo clandestinamente. Esiste persino un aneddoto secondo cui, una volta, Dovlatov avrebbe inviato a una rivista una poesia del famoso poeta del XIX secolo Afanasij Fet presentandola come propria. In risposta gli venne detto che avrebbe dovuto lavorarci ancora molto... Gli amici lo ricordano "molto soddisfatto".
2) Dovlatov era molto affezionato al poeta Aleksandr Pushkin e per diversi anni ha lavorato nel suo museo Mikhailovskoye nella regione di Pskov. Ha raccontato questo periodo nella famosa opera "La Riserva". L’amico Aleksandr Genis scrive nel suo libro "Dovlatov e dintorni" che Sergej aveva anche chiamato una delle sue figlie Aleksandra in onore di Pushkin.
Dovlatov insieme al suo amico, lo scrittore e critico letterario Aleksandr Genis e a Pyotr Vail. Fonte: archivio
3) Alla fine degli anni Settanta Dovlatov emigrò a New York. Qui fece amicizia con molti scrittori emigrati come lui. Più volte incontrò il poeta Josif Brodskij, preparandosi con cura prima degli incontri. Genis rammenta: "Secondo me Brodskij era l'unica persona di cui Sergej aveva paura". D’altronde tutti "avevano paura" di Brodskij e tutti erano in soggezione di fronte a lui in quanto riconoscevano l’elevato spessore della sua personalità.
4) Dopo la pubblicazione di un racconto di Dovlatov sulla rivista The New Yorker lo scrittore americano Kurt Vonnegut scrisse: "Mi aspetto molto da lei e dalle sue opere. Possiede un grande talento che siamo disposti a dare a questo folle Paese. Siamo felici che sia qui".
5) Secondo Brodskij, le ragazze lo chiamavano "il nostro arabo" per la sua vaga somiglianza con l'attore americano Omar Sharif. Dovlatov era alto, con i capelli neri. Una delle sue mogli, Tamara, ricorda che fissando un appuntamento con lei per telefono si era descritto dicendo: "Sono simile a un mercante di albicocche. Grosso, nero, si spaventerà subito!".
Dovlatov insieme allo scrittore e poeta Iosif Brodskij. Fonte: archivio
6) Dovlatov era famoso per la sua morbosa puntualità e l’avversione per i ritardi. Era un perfezionista e un pedante non solo nella prosa, ma anche nella vita. Una scarpa slacciata, una parola imprecisa, un accento scorretto o l’ingratitudine: tutto gli faceva saltare i nervi alla stessa maniera. Anche i lettori più attenti non troveranno in Dovlatov neanche una frase in cui le parole iniziano con la stessa lettera. Inoltre, non ha mai iniziato né terminato le sue storie con una frase divertente.
7) L'umorismo, come definito da Dovlatov stesso, non è il fine né il mezzo, ma uno strumento di conoscenza della vita. Se ti interroghi su un certo fenomeno, allora cerca cosa c’è di ridicolo in esso e il fenomeno sarà così rivelato nella sua interezza. Come scrive Genis nel suo libro, Dovlatov era convinto che Dostoevskij fosse lo scrittore più divertente della letteratura russa ed esortava tutti a scrivere una tesi in proposito.
8) La figlia di Dovlatov, Katherine, vive a New York. Grazie al suo impegno, una delle strade della città è stata ribattezzata Sergej Dovlatov Way. Ha anche tradotto in inglese il romanzo "La Riserva", che Dovlatov stesso considerava intraducibile per via della peculiare dialettica tra alcuni personaggi.9) In gioventù Dovlatov amava il pugilato, girava voce che appartenesse ad una qualche categoria. Quando si trasferì in America gli piaceva guardarlo in televisione, seguiva le gare di Muhammad Ali.
10) Dovlatov rifiutava i musei, l’amore e l'attrazione per la natura e il concetto stesso di pittoresco, ma amava molto la musica. Una volta, durante un incontro con i lettori, arrivò perfino a cantare. Dovlatov scrisse molto di jazz. A quest’ultimo dedicò anche il suo ultimo lavoro per il giornale The New American.
Da oggi a domenica 4 settembre a San Pietroburgo, su iniziativa dello storico Lev Lurie, il compleanno dello scrittore verrà celebrato con il "D-Day". In programma una mostra di fotografie di Dovlatov, un festival del cinema, convegni, eventi di strada in via Rubenshtejn, dove lo scrittore visse, letture pubbliche, visite ai luoghi di San Pietroburgo legati a Dovlatov, quiz e un concerto jazz. Domenica 4 settembre a San Pietroburgo, in via Rubinshtejn, verrà eretto un monumento allo scrittore
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